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Pillole di informatica: suggerimenti per usare meglio WhatsApp – Parte 1

Non sai come fare, il pc non risponde, il cellulare è impazzito…. scrivici su quali argomenti ti piacerebbe essere uno “smanettone” e cercheremo di darti delle risposte chiare e veloci. Manda le tue richieste a: associazione@associazionefsf.it Pillola 3: Suggerimenti per  usare meglio WhatsApp Per vedere la presentazione: clicca qui Per scaricare la presentazione in pdf: clicca qui Ecco i suggerimenti per usare meglio WhatsApp LEGGI: Pillola  1: App112 Where are u Pillola 2: Salvare e recuperare la rubrica dello smartphone Parte prima: Cellulari con Android Parte seconda: Iphone

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Pillole di informatica: salvare e recuperare la rubrica su Iphone

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Focus Covid-19 – Contagi e vaccinazioni: un’estate “non” spericolata

a cura di Bruno Paccagnella Per dubbi e approfondimenti potete scrivere a:  associazione@associazionefsf.it Con questa nuovo approfondimento si chiude la rubrica dedicata all’andamento in Lombardia della pandemia Covid-19 e della somministrazione delle vaccinazioni. I dati sono incoraggianti e speriamo che questo momento difficile e doloroso possa concludersi presto e si possa tornare ad analizzare nuove tematiche di interesse generale. A presto COVID 19: si respira aria di libertà(aggiornato al 22 giugno 2021) Il 18 febbraio dello scorso anno si presentava all’ospedale di Codogno quello che poi sarebbe diventato il “paziente 1”; due giorni dopo ne veniva accertata la positività al COVID-19 e cominciava allora il calvario che tutti abbiamo attraversato. Prima di allora, confinato in un sola provincia cinese, il virus “mai sarebbe arrivato in Italia” ci veniva detto, e invece non solo arrivava in Italia, ma in poco tempo si diffondeva a livello planetario: a oggi, i dati ufficiali, per quanto sottostimati, parlano, nel mondo, di quasi 180 milioni di persone contagiate (oltre 33 milioni negli Stati Uniti, 30 milioni in India, 18 milioni in Brasile) e poco meno di 4 milioni di morti (oltre 600 mila negli Stati Uniti, oltre 500 mila in Brasile, quasi 400 mila in India….). Fatte le debite proporzioni con i 60 milioni di residenti in Italia, nemmeno da noi si è scherzato: i casi totali sono arrivati a oltre 4,2 milioni (840 mila dei quali in Lombardia, regione più colpita in assoluto) e i decessi hanno superato le 127 mila unità, delle quali quasi 34 mila in Lombardia. L’epidemia ha colto di sorpresa e impreparata la politica nazionale, come le amministrazioni locali, il personale medico-infermieristico, così come i sistemi sanitari nel loro insieme; in particolare questi ultimi, che in ogni singola regione godono di autonomia quasi assoluta, si sono trovati a fronteggiare un nemico praticamente sconosciuto, e anche quelli considerati “fiori all’occhiello”, come quello lombardo, sono spesso “andati in tilt”. Passata l’epidemia, anche questo sarà uno dei temi fondamentali da affrontare, in tutti i suoi aspetti, da quello del decentramento delle competenze (dallo Stato alle Regioni), giù giù fino al ruolo dello stesso medico di famiglia. Difficile dire se sarà più arduo sconfiggere definitivamente il virus, o smantellare i sistemi di potere che governano la sanità in ogni regione. Già, “passata l’epidemia”, dicevamo…. Ma è davvero passata? L’andamento dei vari aspetti (nuovi contagiati, terapie intensive, ricoverati, decessi, indice Rt, ecc., ecc.) da tre mesi a questa parte sta costantemente migliorando: le restrizioni ai “movimenti” individuali si stanno allentando, le attività economiche sono in ripresa, le vaccinazioni procedono a ritmi sostenuti, e sicuramente contribuiscono non poco a frenare la diffusione dei contagi. Un dato per tutti: lunedì 21 giugno i “nuovi casi”, a livello nazionale, sono stati meno di 500, vale a dire poco più dell’1% dei quasi 41 mila nuovi casi individuati il 13 novembre dello scorso anno, momento di culmine della “seconda ondata”; ma potremmo anche citare i morti, scesi (sempre a livello nazionale) nell’ordine delle poche decine al giorno, quando, anche nella prima ondata, sfiorarano le mille unità giornaliere (oltretutto, non ce lo potremo mai dimenticare, altamente concentrate in un numero limitato di comuni lombardi). Dati in continuo miglioramento, allentamento delle restrizioni (tra poco potremo fare a meno anche della mascherina!), maggiori possibilità di “tracciare” i contatti dei positivi per bloccare sul nascere nuovi focolai, fine delle scuole, imminenza delle vacanze, vaccinazioni a pieno ritmo…. Insomma si sta già respirando una contagiosa aria di libertà, come se il virus fosse davvero stato sconfitto. Le “autorità” non smettono (nè potrebbero non farlo) di richiamarci alla prudenza, ma sembrano destinate a restare inascoltate. Ovviamente l’auspicio è di esserne usciti, ma senza voler fare il “bastian contrario”, due sono gli argomenti forti a favore della prudenza, che doverosamente vanno ricordati: le capacità di mutazione del virus (dopo quella inglese, la variante brasiliana e ora l’indiana, sempre più aggressive) e le incertezze sulla durata della protezione assicurata dal vaccino. Grazie al vaccino sicuramente non succederà come lo scorso anno, quando le libertà comportamentali del periodo estivo portarono a una seconda ondata, ma, a rischio di essere pedanti e banali, per il momento ci associamo agli inviti alla prudenza. Vaccinazioni a passo di carica(aggiornato al 22 giugno 2021) Al momento in cui scriviamo, 22 giugno, le dosi di vaccino consegnate alle regioni hanno superato i 50,3 milioni di unità, e di queste oltre 47 milioni (il 93,4%) sono già state somministrate. Da quasi un mese la media giornaliera (su base settimanale) si attesta in Italia oltre il mezzo milione di vaccinazioni; in Lombardia da più di tre settimane supera invece le 90 mila somministrazioni. La “macchina” organizzativa che il Generale Figliuolo ha messo in moto procede a ritmo spedito (vien da chiedersi, ma questo Figliuolo, è un alpino o un bersagilere?), e “regge” anche a quelle che possono essere considerate “interferenze esterne”, dovute cioè alle scelte di natura scientifico-politica in ordine a quali vaccini somministrare, a quali classi di età, e con quali scadenze tra prima dose e richiamo e così via. I soggetti vaccinati con prima e seconda dose, o con vaccino monodose, sono quindi ormai quasi 16,3 milioni in Italia e oltre 2,8 miloni in Lombardia, pari rispettivamente al 27,3 e al 28,1% della popolazione residente; oltre a questi soggetti, “totalmente immunizzati”, altre 15,6 milioni di persone in Italia e 2,8 milioni in Lombardia, hanno ricevuto la prima dose, e sia pure con un grado di protezione inferiore, sono anch’esse immunizzate; nel complesso, più di metà dei residenti (il 53,5% in Italia, il 56,1% in Lombardia) gode quindi di un grado più o meno elevato di protezione, e già questo contribuisce in misura tutt’altro che marginale a contenere la diffusione dei contagi. Lasciamo però da parte i numeri (che si possono agevolmente consultare sul sito https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/) e riflettiamo per una volta sui rischi connessi alla somministrazione dei vaccini, che indubbiamente esistono, e che nessuno nega; le aziende produttrici arrivano anche a quantificare la quota stimata dei possibili “casi avversi” sul totale delle somministrazioni; numeri

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Pillole di informatica: salvare e recuperare la rubrica dello smartphone

Non sai come fare, il pc non risponde, il cellulare è impazzito…. scrivici su quali argomenti ti piacerebbe essere uno “smanettone” e cercheremo di darti delle risposte chiare e veloci.Manda le tue richieste a: associazione@associazionefsf.it Pillola 2:Salvare e recuperare la rubrica dello smartphoneParte prima: Cellulari con Android Per vedere la presentazione: clicca qui Per scaricare la presentazione in pdf: clicca qui Ecco i passaggi per salvare e recuperare la rubrica dello smartphone LEGGI:Pillola  1: App112 Where are u

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Contagi e vaccinazioni: la stretta connessione

Focus Covid-19: epidemia e vaccinazioni a cura di Bruno Paccagnella Per dubbi e approfondimenti potete scrivere a:  associazione@associazionefsf.it COVID 19: il “circolo virtuoso”(aggiornato al 24/5/2021) La seconda ondata dell’epidemia di COVID-19 (iniziata a metà luglio del 2020), ha conosciuto gli ultimi “picchi” tra metà marzo e i primi di aprile di quest’anno; da allora in poi contagi, ricoveri e decessi hanno cominciato a ridursi, sia pure molto lentamente. Ma è a partire dalla prima decade di aprile che lo scenario comincia a cambiare, in meglio, in misura significativa: da allora, cioè, i tassi di decremento dei vari fenomeni si sono via via rafforzati, tanto che nelle ultime due settimane si può osservare il manifestarsi di un positivo “circolo virtuoso”: meno positivi in circolazione, meno contagiati; ancor meno positivi e ancor meno contagiati, e così via. In termini numerici questo significa contagi ormai in calo al ritmo settimanale del 30% e oltre; ricoverati (anche in terapia intensiva) in discesa del 20% alla settimana; e decessi che si riducono anch’essi a una velocità settimanale quasi del 30%. E si tratta di percentuali che per i valori assoluti in gioco, sempre più bassi, sono destinate ad accentuarsi quasi di giorno in giorno. Ma soprattutto si può osservare che rispetto ai “picchi” che i vari fenomeni hanno toccato nei mesi scorsi, i valori attuali sono inferiori anche dell’80-90%. Non abbiamo dati che consentano di affermarlo in modo inequivocabile, ma è del tutto ragionevole ritenere che “catalizzatore” di questo circolo virtuoso del trend al ribasso dell’epidemia, sia stata l’accelerazione impressa alla campagna vaccinale, arrivata a oltre 30 milioni di dosi somministrate e a oltre 10 milioni di “immunizzati totali” (persone cioè che hanno ricevuto entrambe le dosi o il vaccino monodose). Sarebbe sbagliato ritenere che siamo al “liberi tutti”, o che la seconda ondata sia da ritenersi conclusa. Posizioni come queste, tradotte in comportamenti individuali di massa “lassisti”, favorirono lo scorso anno la seconda ondata epidemica. Rispetto ad allora la grande differenza sta nella disponibilità dei vaccini, ma nemmeno questa garantisce del tutto che una nuova ripresa dell’epidemia non si possa verificare. Per illustrare la situazione in atto presentiamo il grafico dei contagiati giornalieri per 100 mila abitanti, per il quale è stata fissata una “soglia critica” di 250 (che costituisce anche uno dei parametri considerati per assegnare il “colore” dalle regioni). Nella media degli ultimi sette giorni il suoi valore è sceso a 51 per la Lombardia e a 52 per l’Italia, il che significa, rispettivamente, l’84 e l’80% in meno rispetto ai valori massimi raggiunti nei mesi scorsi (330 per la Lombardia, il 17 marzo, 269 per l’Italia il 22 marzo).   Vaccinazioni: AVANTI COSI’!(aggiornato al 24/5/2021) La campagna vaccinale procede ormai spedita, a un ritmo giornaliero medio, in Italia, di quasi mezzo milione di dosi al giorno (poco meno di 485 nella settimana dal 17 al 23 maggio); con una media giornaliera di 83 mila vaccinazioni al giorno la Lombardia procede anch’essa praticamente alla stessa velocità. Anche se la soglia-obiettivo di mezzo milione di dosi giornaliere sembra difficile da superare in modo stabile e duraturo (dal 29 aprile in poi è avvenuto solo 10 volte) siamo comunque in presenza di uno sforzo imponente, che comincia a dare frutti anche nel contenimento dei contagi. Prosegue con regolarità la fornitura delle dosi alle regioni (arrivate a quasi 33 milioni di unità), delle 30,9 milioni già somministrate. Di queste, oltre 5,3 milioni in Lombardia: più di 3,5 milioni di “prima dose”, quasi 1,7 milioni di “seconda dose” e poco meno di 78 mila del vaccino monodose di  Johnson&Johnson; nel complesso, 53,1 dosi ogni 100 abitanti in Lombardia, 51,8 in Italia. Passando dalle “dosi” ai “vaccinati”, il risultato, al momento, è, in Italia, di oltre 21,1 milioni di persone vaccinate: 10,2 milioni gli immunizzati “totali”, quasi 10,9 gli immunizzati “parziali” (che hanno ricevuto solo la prima dose). In Lombardia i primi sono quasi 1,8 milioni, i secondi poco meno di 1,9 milioni, per un totale di oltre 3,6 milioni di vaccinati. Nel loro insieme gli immunizzati, sia pure a un grado diverso di protezione, sono così arrivati a oltre un terzo della popolazione, sia in Lombardia che in Italia (36,3 e 35,4 x 100 abitanti). Hanno invece superato la metà del totale gli over 70 completamente immunizzati: oltre il 56% in Lombardia, più del 52% in Italia. Il grafico che segue mostra la situazione più completa e dettagliata per la Lombardia; gli over 70, ad esempio, sono ormai immunizzati quasi al 90%, e la stessa quota supera il 95% per gli over 80; di questi ultimi, oltre 88 su 100 sono “totalmente” immunizzati. LEGGI: 29/4/2021: COVID 19: finalmente la svolta29/4/2021: Vaccinazioni: ERA ORA! 1/4/2021: Covid-19: l’epidemia rallenta ma non decresce1/4/2021 Vaccinazioni: meno annunci e più dosi

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Focus Covid-19: forse si cambia

Focus Covid-19: epidemia e vaccinazioni a cura di Bruno Paccagnella Per dubbi e approfondimenti potete scrivere a: associazione@associazionefsf.it COVID 19: finalmente la svolta (aggiornato al 25/4/2021) Nelle settimane passate dalla precedente nota informativa su epidemia e vaccinazioni, è avvenuta la “svolta” che tutti attendevamo: il miglioramento della situazione pandemica, iniziato “a macchia di leopardo”, grosso modo a metà marzo, è proseguito pressochè ininterrottamente e su taluni aspetti (ma non tutti) si è progressivamente accentuato. Svolta, si badi bene, non certo fine della pandemia, sulla quale nessuno può fare previsioni, anche perché il fenomeno ha carattere globale, e per ciò stesso può riaccendersi e propagarsi da un paese all’altro con grande forza e rapidità. In Italia il Governo ha preso atto della svolta avvenuta e si è assunto il “rischio calcolato” di allentare le maglie delle restrizioni, consentendo a quasi tutte le regioni di “cambiare colore”, scendendo nella scala cromatica di una o due tonalità. “Rischio” è oggi la parola sicuramente più appropriata, sapendo però che nel suo calcolo va compreso anche quel fattore imponderabile che si chiama “responsabilità”, a cui ciascuno è tenuto, e senza la quale anche con i maggiori controlli annunciati, il “calcolo” potrebbe rivelarsi sbagliato. Il miglioramento in atto non può ancora essere attribuito, se non molto parzialmente, alla campagna vaccinale, arrivata a 5,4 milioni di “immunizzati totali” (che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino, o il vaccino monodose) e a quasi 7,5 milioni di “immunizzati parziali” (con solo la prima dose), ma anche questa sembra finalmente aver preso l’abbrivio giusto, e nei prossimi mesi dovrebbe sommare i suoi effetti a quelli delle altre misure di contenimento dell’epidemia. Nulla però è scontato, e non si possono escludere “colpi di coda” o “intoppi” di vario genere, ne’ comportamenti individuali sconsiderati; la mortalità resta sempre elevata e anche il calo dei contagi sembra perdere vigore. Se però verrà confermata la previsione di alcuni studi recenti, secondo i quali è possibile raggiungere “l’immunità di gregge” entro fine ottobre, si potrà avere un prossimo inverno “quasi normale” dal punto di vista delle attività lavorative, scolastiche, sanitarie e della vita sociale. Per illustrare il miglioramento della situazione regionale presentiamo un grafico nel quale viene evidenziato il “punto di svolta” dei tre principali aspetti dell’epidemia: i nuovi contagi, i ricoverati presenti in terapia intensiva e i decessi. Ciò che è importante sottolineare è che le tre curve, pur avendo iniziato a flettere in tempi e con velocità diverse, si stanno ora muovendo tutte nella medesima direzione, al ribasso. In Lombardia (ma con pochi giorni di differenza anche in Italia) la prima a invertire la rotta, il 17 marzo è stata la curva dei contagi; dopo un paio di settimane hanno iniziato a scendere anche le altre due curve, quelle dei decessi il 1° aprile e due giorni dopo quella dei ricoverati in terapia intensiva: in altre parole è all’inizio di aprile che possiamo “datare” l‘avvenuta svolta dei principali aspetti dell’epidemia in atto. E lo ribadiamo: svolta, non fine. Vaccinazioni: ERA ORA! (aggiornato al 25/4/2021) La campagna vaccinale sembra finalmente avviata, con la velocità che la situazione pandemica impone. Essa sconta una serie di colpevoli ritardi, a ogni livello, non esclusi quelli delle imprese di produzione dei vaccini, che in alcuni casi hanno potuto aggirare o disattendere i contratti firmati. Dopo quattro mesi dalle prime somministrazioni, il “ritmo” non è ancora quello programmato e annunciato (500 mila dosi al giorno in Italia, 100 mila in Lombardia) necessario per raggiungere “l’immunità di gregge” almeno prima dell’inverno: nell’ultima settimana la media giornaliera è stata di 346.663 somministrazioni in Italia e di 66.267 in Lombardia), ma di settimana in settimana nuovi centri di vaccinazione vengono inaugurati e questi numeri si stanno continuamente alzando. Oltre a questo sono cambiate le priorità, e sembra finalmente che i soggetti più esposti alle conseguenze estreme del virus (per età o per patologie di cui già soffrono) non vengano più “scavalcati” da categorie che si sono attribuite arbitrariamente un titolo di priorità (che sarebbe più opportuno definire privilegio). Nell’ultima settimana le dosi somministrate mediamente ogni giorno in Lombardia sono aumentate di oltre il 42% (ben oltre l’incremento nazionale, dell’11,5%) e le somministrazioni totali sono arrivare a quasi 2,9 milioni in Lombardia (circa il 20% in più rispetto a 7 giorni prima) e a quasi 18 milioni in Italia. Le persone vaccinate sono ormai circa 2,1 milioni in Lombardia e 12,7 milioni in Italia: di esse, quasi il 41% in Lombardia e poco di più in Italia, può considerarsi “totalmente immunizzata”, avendo ricevuto entrambi le dosi o il vaccino monodose della Johnson&Johnson. Attualmente, con scarsa differenza tra Lombardia e Italia, è totalmente protetto l’8-9% della popolazione ed è parzialmente protetto oltre il 12%: quindi, circa il 21% della popolazione ha un grado più o meno elevato di protezione. In Lombardia, per gli over 80 questa percentuale sfiora il 90% (oltre 4 punti in più dell’Italia): 63,4 immunizzati totali x 100 residenti di pari età, 26,4 immunizzati parziali, in attesa della seconda dose (59,3 e 26,2 x 100 in Italia). Rapporti che decrescono con l’abbassamento dell’età, ma che sono già del 51-52 x 100 per i 70-79enni. LEGGI: 1/4/2021: Covid-19: l’epidemia rallenta ma non decresce 1/4/2021 Vaccinazioni: meno annunci e più dosi

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