Esperienza

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Un futuro per Marco

Impegnato, rispettoso, onesto. Sono queste le parole più ricorrenti nei giudizi dei suoi professori. Marco, 19 anni, all’ultimo anno di liceo, è un ragazzo cresciuto troppo in fretta tra un’infanzia difficile e un’adolescenza a tinte cupe. Non si è mai perso d’animo però, anche quando la pandemia gli ha sottratto quei piccoli lavoretti dopo la scuola che gli permettevano di guadagnare qualche soldo per tirare avanti. Con la caparbietà tipica dei giovani che desiderano cambiare il proprio destino, per lungo tempo ha cercato di cavarsela da solo, finché uno dei suoi insegnanti ha chiesto una mano alla nostra Associazione attraverso il Centro di ascolto e – in collaborazione con la Fondazione Isacchi Samaja – ci si è prontamente attivati per ottenere un aiuto allo studio. Appassionato di matematica e fisica, Marco, infatti, vorrebbe proseguire negli studi universitari. Visto il buon rendimento scolastico, ci si augura possa ottenere presto una borsa di studio e un posto letto in un pensionato universitario, intanto ha bisogno di tutto il nostro sostegno. Insieme possiamo contribuire a regalargli un futuro migliore e aiutare Marco a nutrire il suo sogno.

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La storia di “Natale” ma non solo…

Mi è stato chiesto di raccontare la storia di “Natale” conclusasi con un lieto fine, cioè il suo ricovero nella nostra struttura in Saponaro. Ci ho pensato un po’ e ho deciso di accettare, ampliando però il tema perché mi sembra opportuno raccontare la fantastica rete di sostegno che si è intessuta intorno a lui. Partiamo però con una breve premessa, so poco di “Natale”, ma non è la storia personale di chi incontriamo in strada che orienta il nostro agire. La “mission” è il recupero della persona che inizia con l’offrire nell’immediato qualcosa di utile (cibo, vestiti, ascolto, gestione emergenze), ma soprattutto si realizza nel costruire una relazione di fiducia che permetta di orientare la persona verso strutture che possano aiutarla a riprendere in mano la propria vita. Certo alcuni cittadini presentano delle situazioni più gravi di altre e noi non possiamo ignorarle e non attivarci di conseguenza, così come non possiamo forzare nessuno ad accettare il nostro supporto, anche se sono veramente pochi quelli che lo rifiutano. Abbiamo conosciuto “Natale” grazie alla segnalazione di un altro senza fissa dimora che ha colto la delicatezza della situazione e ce ne ha parlato. Non è la prima volta che ci arrivano segnalazioni direttamente dalla strada: “sai che XY  è tornato?” o “c’è una nuova persona che dorme lì …”: autentiche dimostrazioni di attenzione verso l’Altro. Questo è stato il primo punto della rete di cui parlavo prima…. Quindi passare da “Natale” è diventata tappa fissa per tutte le Unità Mobili dell’Area e l’aggiornamento sulle sue condizioni è stato argomento delle nostre riunioni mensili, caratterizzate da un forte spirito di gruppo dove l’appartenenza alle diverse strutture diventa fonte di ricchezza e la collaborazione è concreta e passa attraverso la condivisione di informazioni, soluzioni e proposte per aiutare chi incontriamo. Dà grande tranquillità sapere che i colleghi della sera successiva potranno monitorare una persona che vediamo in difficoltà o completare quanto iniziato da noi e contare anche su specialisti che intervengono quando necessario. Ma torniamo a “Natale”: è una persona sulla cinquantina, è ironico e spiritoso, ci ha sempre accolto sorridendo, anche quando non stava bene. Tifoso accanito di calcio, spesso lo abbiamo trovato nel “suo” bar a seguire le partite: ricordo la finale degli Europei di Luglio us quando non siamo riusciti a raggiungerlo per la folla e ci ha salutato felice mandandoci baci. E’ molto legato alla zona dove è cresciuto ed è amato da tanti, i suoi amici (altri punti della rete…) lo hanno sostenuto e sono stati fondamentali nel fargli capire l’importanza di un posto letto in dormitorio. Dopo un po’ di traversie degli ultimi mesi, “Natale” ha accettato l’ingresso in una struttura ed ecco che si sono attivati i servizi sociali di Sammartini (rete che si allarga…) che hanno proposto un appuntamento per incontrarlo e fare alcuni step per un possibile posto in dormitorio. Fissati giorno e ora, entra in gioco un giovane Volontario di CRI che si è messo a disposizione di “Natale” accompagnandolo in Sammartini, aspettandolo, facendogli compagnia, sostenendolo, incoraggiandolo, con un unico obiettivo: soddisfare il suo desiderio di entrare in una struttura che avesse i servizi necessari per lui. Infatti così è stato: in un solo appuntamento si sono adempiute tutte le procedure necessarie e “Natale” è entrato nella casa di accoglienza di Saponaro che ha definito subito come un bel posto, dove dice di trovarsi bene. Obiettivo raggiunto quindi e questo potrebbe sembrare il lieto fine della storia. Ma la storia di “Natale” non si ferma qui e con il tempo ne scopriremo la prosecuzione. Per ora sappiamo che “Natale” sta bene ed è sereno e questo è il regalo più bello che lui e (forse) noi potevamo ricevere per Natale. Forse perché in verità la nostra lista desideri è lunga: ne abbiamo tanti per ciascuna delle persone che incontriamo e speriamo che possano diventare realtà. La speranza è ovviamente accompagnata dal nostro lavoro, dalle buone relazioni fra tutti i colleghi, dal metterci in gioco, facendo la nostra parte, raccogliendo sfide, accettando gli ostacoli che incontriamo e cercando di superarli, avendo sempre e comunque un solo obiettivo: il bene dell’Altro!! Buon anno a tutti!! Cinzia Conti

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Un sorriso da ritrovare

A Carlos il sorriso l’avevano tolto in Cile. Pugni, colpi, un vero pestaggio. Ha perso tutti i denti e ora non può più sorridere, si vergogna. Carlos è un signore sulla sessantina, un bel viso tondo su cui brillano gli occhi scuri, uno sguardo tenero e vivace. Parla solo spagnolo, ma arriva al nostro Centro d’ascolto accompagnato dalla figlia Maria e dal nipote Tomas, un ragazzino di 7anni silenzioso e composto. Maria, che è arrivata dal Cile circa due anni fa con il marito e il figlio ci presenta il suo caso e racconta la loro storia. E’ una giovane donna carina, dai modi gentili, si vede che è istruita. Nel tono della sua voce si percepisce l’ansia e il desiderio di essere accettata, senza pretese. Racconta con grande semplicità che il suocero era un rappresentante del Partito Socialista cileno e che è stato ucciso assieme alla suocera in un attentato. In seguito suo marito è stato accoltellato al cuore, ma dopo un ricovero di tre mesi in ospedale è riuscito a sopravvivere. A questo punto lei il marito e il figlio sono fuggiti arrivando in Italia due anni fa. Lavorano entrambi saltuariamente – lei fa le pulizie durante il weekend e cerca un impegno settimanale, Tomas va a scuola. Carlos, il papà era rimasto da solo in Cile. Un giorno sono venuti a cercarlo per sapere dov’erano la figlia e il marito. Con le botte ha perso tutti i denti ed ha deciso di scappare,. raggiungendo Maria qualche mese fa. Insieme si sono rivolti al nostro centro medico dove i dentisti hanno preventivato la spesa necessaria per la protesi di entrambe le arcate. Eccoli quindi da noi: vengono al Centro di ascolto per chiedere un prestito, Maria, piena di premura per il suo papà è pronta anche a portare un anticipo del suo magro stipendio. Decidiamo di provare a donare l’intera somma, una di noi trova un benefattore che dà subito la metà dell’importo, al resto penserà l’Associazione. Carlos potrà tornare a sorridere presto! Intanto, visto che non ha permesso di soggiorno e ne vorrebbe uno come rifugiato politico –anche se il Cile non è nella lista dei paesi in guerra – lo indirizziamo all’Associazione Naga, che si occupa con grande competenza di tutti i problemi relativi ai permessi. Speriamo che dopo tante vicissitudini oltre al sorriso Carlos trovi anche la tranquillità, finalmente insieme alla sua famiglia. Questa è una storia fra tante, una piccola stella di speranza che speriamo di aver acceso nel cuore di chi è così più sfortunato di noi. Francesca d’Entreves

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