Esperienza

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Scuot alla mensa di Via Saponaro

E’ stata una giornata importante per tutti, persone che usufruiscono del servizio, volontari, ragazzi scout, la presenza in mensa di Via Saaponaro di un gruppo di scout che si è dedicato all’attività di scodellamento del cibo e del servizio ai tavoli. Carlotta e Claudio ci raccontano chi sono e qual è stata la loro esperienza. Il Noviziato del gruppo scout Baranzate 1 è formato da 7 ragazzi/e di 16-17 anni.  Il gruppo scout a Baranzate è nato lo scorso anno, con il supporto delle parrocchie locali, in una delle tante periferie milanesi dove, anche a causa della pandemia, si sentiva forte l’esigenza di creare gruppi giovanili di aggregazione ed educazione.  L’attività di distribuzione del pasto alla mensa di  via Saponaro é stata una delle prime esperienze di servizio fatte ed è stata scelta anche dai ragazzi, che hanno espresso il desiderio di provare a rendersi utili e di scoprire le emergenze sociali del nostro territorio e le associazioni che provano a dare una risposta a questi bisogni.  Crediamo che conoscere e fare esperienze sia un passo fondamentale per poter fare delle scelte concrete e consapevoli  nella nostra vita, perciò durante l’anno vivremo diverse esperienze di servizio e incontro .

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Il volontariato non si ferma

Anche quest’anno durante il lungo periodo delle feste invernali, i volontari della nostra Associazione hanno continuato a esserci partecipando a due iniziative: “A present for Christmas” per essere vicino alle persone senza fissa dimora e “Scatole di Natale” per portare regali e gioia ai bambini dei Centri di accoglienza della Fondazione Fratelli di San Francesco. L’iniziativa “A present for Christmas” è nata dall’idea di offrire un pasto caldo alle persone senza fissa dimora durante i giorni delle festività natalizie e precisamente il 24, 25  e 31 dicembre 2021.  La distribuzione è avvenuta sul territorio di Municipio 1 e del Municipio 9.  Il cibo preparato e confezionato nella cucina della mensa della Casa della Solidarietà della Fondazione Fratelli di San Francesco in Via Saponaro 40 è stato inserito all’interno di contenitori termici che hanno mantenuto la pietanza calda. I volontari si sono ritrovati presso la Casa della Solidarietà alle ore 10:00 del mattino per il prelievo del pasto e alle ore 17:00 per il prelievo della cena e da qui sono partiti per la distribuzione nei Municipi a noi assegnati. All’inizio del servizio si è svolto un momento di briefing per comunicare ai volontari le postazioni e le mansioni secondo i criteri dell’esperienza dei volontari più esperti. La maggior parte dell’attività è stata svolta a piedi con l’ausilio di un carrello contenitore per cibi caldi. Sono stati offerti quasi 300 pasti al giorno. VEDI SOTTO LE FOTO ALCUNI MOMENTI DELLA DISTRIBUZONE DI PASTI CALDI La seconda iniziativa che ha visto coinvolta l’Associazione si chiama le “Scatole di Natale” di Marion Pizzato, una giovane mamma ex bocconiana, che, per il secondo anno, ha invitato i milanesi (e non solo perché l’iniziativa si è diffusa in tutt’Italia) a donare pacchi regalo per i più bisognosi. Le scatole contenevano: una cosa calda (guanti, sciarpa, cappellino, maglione, coperta o simili), una ‘golosa’, un passatempo, un prodotto di bellezza (crema, bagno schiuma, profumo), e un biglietto con parole gentili. I pacchi che abbiamo ritirato sono stati distribuiti ai bambini e agli ospiti delle comunità della Fondazione. Il pulmino carico delle Scatole di Natale Alcuni momenti della distribuzione di pasti caldi alle persone senza fissa dimora nei giorni di Natale

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Pomeriggi al Centro di Accoglienza

Ahmad – un’età compresa tra i 9 e gli 11 anni – mi ripete senza sosta: “Arabo, arabo, arabo!”. Occhi curiosi e sorriso radioso, mi sta dicendo che non parla la nostra lingua e non capisce quello che gli diciamo; allo stesso modo i suoi due fratellini e gli altri piccoli amici. Un gruppetto raccolto nella mensa del Centro di accoglienza straordinaria di piazza Tirana che dopo una veloce merenda cerca di capire che cosa intendono fare questi volontari che si sono presentati in un gelido pomeriggio di dicembre. Ma bastano un paio di scatoloni impolverati a rompere il ghiaccio… Dentro, un albero di Natale che ha visto giorni migliori, palle colorate e festoni. Tutti insieme ci mettiamo al lavoro, addobbiamo l’abete e la mensa del CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria), in un gioco che – a questo punto – non ha più bisogno di parole. Alla spicciolata arrivano altri ragazzi, sono usciti da scuola e raggiungono il centro, si uniscono a noi con matite colorate e disegni, qualcuno mette un po’ di musica. C’è allegria nell’aria e, a fine giornata, Milano sembra un po’ meno fredda e nebbiosa. Sguardi d’intesa, gesti di assenso e risate sincere ci sono entrati fin nel cuore, accendendo un piccola luce di speranza. Unisciti a noi, contatta la segreteria dei volontari al n. 02625455960 per sapere come puoi contribuire Alcuni momenti di gioco con i bambini

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Un futuro per Marco

Impegnato, rispettoso, onesto. Sono queste le parole più ricorrenti nei giudizi dei suoi professori. Marco, 19 anni, all’ultimo anno di liceo, è un ragazzo cresciuto troppo in fretta tra un’infanzia difficile e un’adolescenza a tinte cupe. Non si è mai perso d’animo però, anche quando la pandemia gli ha sottratto quei piccoli lavoretti dopo la scuola che gli permettevano di guadagnare qualche soldo per tirare avanti. Con la caparbietà tipica dei giovani che desiderano cambiare il proprio destino, per lungo tempo ha cercato di cavarsela da solo, finché uno dei suoi insegnanti ha chiesto una mano alla nostra Associazione attraverso il Centro di ascolto e – in collaborazione con la Fondazione Isacchi Samaja – ci si è prontamente attivati per ottenere un aiuto allo studio. Appassionato di matematica e fisica, Marco, infatti, vorrebbe proseguire negli studi universitari. Visto il buon rendimento scolastico, ci si augura possa ottenere presto una borsa di studio e un posto letto in un pensionato universitario, intanto ha bisogno di tutto il nostro sostegno. Insieme possiamo contribuire a regalargli un futuro migliore e aiutare Marco a nutrire il suo sogno.

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La storia di “Natale” ma non solo…

Mi è stato chiesto di raccontare la storia di “Natale” conclusasi con un lieto fine, cioè il suo ricovero nella nostra struttura in Saponaro. Ci ho pensato un po’ e ho deciso di accettare, ampliando però il tema perché mi sembra opportuno raccontare la fantastica rete di sostegno che si è intessuta intorno a lui. Partiamo però con una breve premessa, so poco di “Natale”, ma non è la storia personale di chi incontriamo in strada che orienta il nostro agire. La “mission” è il recupero della persona che inizia con l’offrire nell’immediato qualcosa di utile (cibo, vestiti, ascolto, gestione emergenze), ma soprattutto si realizza nel costruire una relazione di fiducia che permetta di orientare la persona verso strutture che possano aiutarla a riprendere in mano la propria vita. Certo alcuni cittadini presentano delle situazioni più gravi di altre e noi non possiamo ignorarle e non attivarci di conseguenza, così come non possiamo forzare nessuno ad accettare il nostro supporto, anche se sono veramente pochi quelli che lo rifiutano. Abbiamo conosciuto “Natale” grazie alla segnalazione di un altro senza fissa dimora che ha colto la delicatezza della situazione e ce ne ha parlato. Non è la prima volta che ci arrivano segnalazioni direttamente dalla strada: “sai che XY  è tornato?” o “c’è una nuova persona che dorme lì …”: autentiche dimostrazioni di attenzione verso l’Altro. Questo è stato il primo punto della rete di cui parlavo prima…. Quindi passare da “Natale” è diventata tappa fissa per tutte le Unità Mobili dell’Area e l’aggiornamento sulle sue condizioni è stato argomento delle nostre riunioni mensili, caratterizzate da un forte spirito di gruppo dove l’appartenenza alle diverse strutture diventa fonte di ricchezza e la collaborazione è concreta e passa attraverso la condivisione di informazioni, soluzioni e proposte per aiutare chi incontriamo. Dà grande tranquillità sapere che i colleghi della sera successiva potranno monitorare una persona che vediamo in difficoltà o completare quanto iniziato da noi e contare anche su specialisti che intervengono quando necessario. Ma torniamo a “Natale”: è una persona sulla cinquantina, è ironico e spiritoso, ci ha sempre accolto sorridendo, anche quando non stava bene. Tifoso accanito di calcio, spesso lo abbiamo trovato nel “suo” bar a seguire le partite: ricordo la finale degli Europei di Luglio us quando non siamo riusciti a raggiungerlo per la folla e ci ha salutato felice mandandoci baci. E’ molto legato alla zona dove è cresciuto ed è amato da tanti, i suoi amici (altri punti della rete…) lo hanno sostenuto e sono stati fondamentali nel fargli capire l’importanza di un posto letto in dormitorio. Dopo un po’ di traversie degli ultimi mesi, “Natale” ha accettato l’ingresso in una struttura ed ecco che si sono attivati i servizi sociali di Sammartini (rete che si allarga…) che hanno proposto un appuntamento per incontrarlo e fare alcuni step per un possibile posto in dormitorio. Fissati giorno e ora, entra in gioco un giovane Volontario di CRI che si è messo a disposizione di “Natale” accompagnandolo in Sammartini, aspettandolo, facendogli compagnia, sostenendolo, incoraggiandolo, con un unico obiettivo: soddisfare il suo desiderio di entrare in una struttura che avesse i servizi necessari per lui. Infatti così è stato: in un solo appuntamento si sono adempiute tutte le procedure necessarie e “Natale” è entrato nella casa di accoglienza di Saponaro che ha definito subito come un bel posto, dove dice di trovarsi bene. Obiettivo raggiunto quindi e questo potrebbe sembrare il lieto fine della storia. Ma la storia di “Natale” non si ferma qui e con il tempo ne scopriremo la prosecuzione. Per ora sappiamo che “Natale” sta bene ed è sereno e questo è il regalo più bello che lui e (forse) noi potevamo ricevere per Natale. Forse perché in verità la nostra lista desideri è lunga: ne abbiamo tanti per ciascuna delle persone che incontriamo e speriamo che possano diventare realtà. La speranza è ovviamente accompagnata dal nostro lavoro, dalle buone relazioni fra tutti i colleghi, dal metterci in gioco, facendo la nostra parte, raccogliendo sfide, accettando gli ostacoli che incontriamo e cercando di superarli, avendo sempre e comunque un solo obiettivo: il bene dell’Altro!! Buon anno a tutti!! Cinzia Conti

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Un sorriso da ritrovare

A Carlos il sorriso l’avevano tolto in Cile. Pugni, colpi, un vero pestaggio. Ha perso tutti i denti e ora non può più sorridere, si vergogna. Carlos è un signore sulla sessantina, un bel viso tondo su cui brillano gli occhi scuri, uno sguardo tenero e vivace. Parla solo spagnolo, ma arriva al nostro Centro d’ascolto accompagnato dalla figlia Maria e dal nipote Tomas, un ragazzino di 7anni silenzioso e composto. Maria, che è arrivata dal Cile circa due anni fa con il marito e il figlio ci presenta il suo caso e racconta la loro storia. E’ una giovane donna carina, dai modi gentili, si vede che è istruita. Nel tono della sua voce si percepisce l’ansia e il desiderio di essere accettata, senza pretese. Racconta con grande semplicità che il suocero era un rappresentante del Partito Socialista cileno e che è stato ucciso assieme alla suocera in un attentato. In seguito suo marito è stato accoltellato al cuore, ma dopo un ricovero di tre mesi in ospedale è riuscito a sopravvivere. A questo punto lei il marito e il figlio sono fuggiti arrivando in Italia due anni fa. Lavorano entrambi saltuariamente – lei fa le pulizie durante il weekend e cerca un impegno settimanale, Tomas va a scuola. Carlos, il papà era rimasto da solo in Cile. Un giorno sono venuti a cercarlo per sapere dov’erano la figlia e il marito. Con le botte ha perso tutti i denti ed ha deciso di scappare,. raggiungendo Maria qualche mese fa. Insieme si sono rivolti al nostro centro medico dove i dentisti hanno preventivato la spesa necessaria per la protesi di entrambe le arcate. Eccoli quindi da noi: vengono al Centro di ascolto per chiedere un prestito, Maria, piena di premura per il suo papà è pronta anche a portare un anticipo del suo magro stipendio. Decidiamo di provare a donare l’intera somma, una di noi trova un benefattore che dà subito la metà dell’importo, al resto penserà l’Associazione. Carlos potrà tornare a sorridere presto! Intanto, visto che non ha permesso di soggiorno e ne vorrebbe uno come rifugiato politico –anche se il Cile non è nella lista dei paesi in guerra – lo indirizziamo all’Associazione Naga, che si occupa con grande competenza di tutti i problemi relativi ai permessi. Speriamo che dopo tante vicissitudini oltre al sorriso Carlos trovi anche la tranquillità, finalmente insieme alla sua famiglia. Questa è una storia fra tante, una piccola stella di speranza che speriamo di aver acceso nel cuore di chi è così più sfortunato di noi. Francesca d’Entreves

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