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Racconto

Natale 2020: momenti di condivisione e gioia

Tante sono state le donazioni che abbiamo ricevuto per Natale sia da privati sia da aziende. Sono gesti importanti che ci impegnano ancora di più in quello che ogni giorno facciamo a favore di persone che hanno bisogno di un aiuto pratico e morale. Le donazioni ricevute da singoli privati verranno utilizzate per l’acquisto di beni e per la didattica a distanza a favore delle comunità di minori non accompagnati e per i Progetti 2021 del Centro di Ascolto Diverse le aziende al fianco dell’Associazione, in particolare: Gucci che con la sua donazione ha contribuito all’acquisto di tablet per la didattica a distanza;  Alfa Laval che ha donato giochi per bambini e pacchi natalizi con panettoni e altri generi alimentari; Ciccarelli che ha donato dentifrici con cui abbiamo confezionato pacchettini natalizi composti da dentifricio e spazzolino per le famiglie richiedenti asilo ospiti nel nostro Centro di accoglienza; un’azienda alimentare che ha donato pasta fresca e panettoni. Abbiamo poi ricevuto tante scatole dono raccolte dall’iniziativa “Scatole di Natale” ideata da Marion Pizzato e che abbiamo distribuito ai bambini ospiti nel Centro di accoglienza per famiglie richiedenti asilo Infine con la nostra iniziativa “Un dono per le feste” promossa prima di Natale abbiamo raccolto diverse offerte che ci hanno consentito di acquistare i doni indicati nella raccolta. Un grazie di cuore. E’ arrivato Babbo Natale tra bambini e bambine, ragazzi e ragazze del CAS Santa Chiara I panettoni donati da Alfa Laval e le Scatole di Natale raccolte da Marion

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Notizie

La mensa di Via Saponaro 40 riapre alla sera: soddisfazione dei volontari

Dopo un periodo di molti mesi, con l’arrivo delle festività natalizie, dal 21 dicembre 2020 è finalmente ripresa nella mensa di Via Saponaro 40 l’attività di distribuzione dei pasti serali, anche per le persone esterne senza fissa dimora o che non hanno possibilità economiche per il proprio sostentamento. Un piatto caldo in questo gelido periodo dell’anno è davvero molto importante per ritemprare quelle persone che hanno come tetto un cielo di stelle e nei giorni più sfortunati della neve come giaciglio sul quale adagiarsi. E sfortunatamente questo inverno non è gelido unicamente da un punto di vista climatico, ma anche da un punto di vista di relazioni sociali, ulteriormente facilitato dal nemico invisibile che incombe dallo scorso mese di marzo, che attanaglia le persone non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. Siamo grati all’Associazione che ci ha offerto la possibilità di riprendere questo servizio serale, dandoci l’occasione di rivedere e rincontrare parecchi vecchi volti che prima dell’arrivo della pandemia erano abitualmente ospiti e con i quali si era riusciti ad instaurare un bel rapporto di amicizia, ma anche nuovi volti, tesi alla ricerca sì di un pasto caldo, ma anche e soprattutto di un volto amico. E’ tra questi volti che, a uno sguardo più attento, si può scorgere l’espressione di soddisfazione espressa dal volto di una persona che ha lavorato tutto il giorno e che è felice che qualcuno lo ascolti quando comincia a raccontare com’è andata la sua giornata, piuttosto che lo sguardo di gratitudine di una persona che non ama chiedere, ma che se si vede adagiare sul piatto a lui offerto del cibo caldo rispondendo con un sorriso. Certo eravamo abituati ad altri numeri, nei tempi pre-covid si arrivava a 300/400 o più persone tra quelle alloggiate internamente nella struttura di accoglienza ed esterne, però non è questo quello che conta, ma come con uno sguardo o un semplice mettersi in ascolto possa rafforzare le relazioni sociali con chi ci sta dinanzi, anche se conosciamo poco o nulla di lui o di lei. Questo servizio ci ha aiutati a capire come a volte (o forse spesso) sia molto più importante ascoltare piuttosto che parlare, offrire uno sguardo amico piuttosto che osservare criticamente l’atteggiamento altrui, … e come queste poche ore passate assieme possano rafforzare la stima e il rispetto tra noi volontari e ospiti da un lato e addetti alla cucina, sempre intenti nella preparazione di piatti caldi, dall’altro. Stupisce sempre la gratitudine che viene mostrata quando si offre del cibo, cibo che al giorno d’oggi diamo per scontato ci sia sempre, ma che purtroppo per molte persone non lo è affatto. Un caro saluto a tutti. E se a qualche volontario che ha offerto in passato servizio in mensa (ma anche a nuovi volontari ovviamente) gli venisse un po’ di nostalgia rileggendo queste due righe non si faccia sfuggire l’occasione di “ritornare al lavoro”, in modo da riabbracciare virtualmente qualche vecchio volto amico, e consolidarne di nuovi. Piero Steffanini e Claudia Negroni Guarda il video (ci trovi al min 4): La mensa di Saponaro raccontata da volontari e ospiti nel video realizzato da Giacomeo Casandrini (@Yeark), un giovane videomaker che ringraziamo

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Esperienza

Scuola d’italiano per donne straniere in QuBì Gratosoglio

Nell’ambito del progetto QuBì Gratosoglio, a metà Settembre ho accettato di curare, come volontaria della Scuola per stranieri dell’Associazione Fratelli di San Francesco, un corso di italiano per donne straniere, corso fortemente atteso dalle studentesse e partito in ritardo a causa dell’emergenza sanitaria. Abbiamo iniziato in presenza nell’Oratorio della Parrocchia Maria Madre della Chiesa dove ho conosciuto Suor Agnese, che insieme all’Associazione Piccolo Principe, ha avuto un ruolo importante nel promuovere sul territorio l’iniziativa. Ad inizio novembre a causa del secondo lockdown, il corso è proseguito a distanza, modalità ben accettata da tutte, anche se a volte ha generato alcune difficoltà (brillantemente superate in seguito). Nonostante la distanza siamo riuscite a creare una buona relazione caratterizzata da spontaneità, rispetto e confidenza. Ammiro molto la volontà e la determinazione con cui hanno frequentato il corso: è capitato di vedere qualche donna seguire la lezione e contemporaneamente con dolcezza e pazienza badare ai bimbi, che ovviamente non si possono mettere in “pausa”… La loro motivazione nasce dal desiderio di potersi muovere in autonomia sul territorio, socializzare, trovare un lavoro per contribuire al sostegno familiare: come non capirle? Le ringrazio di cuore del tempo trascorso insieme e faccio il tifo per loro perché possano raggiungere gli obiettivi desiderati: Forza Ragazze!!! Cinzia Conti Guarda l’intervista a Andreina De Franco, coordinatrice dei volontari della nostra Associazione e a Cinzia Conti, volontaria, realizzata da QuBì Gratosoglio

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Notizie

Corso di formazione per i nuovi volontari

Per tutti i nuovi volontari che entrano a far parte dell’Associazione è previsto un Corso base tenuto in collaborazione con il CSV (Centro Servizi per il Volontariato). Il corso (per un massimo di 40 partecipanti) è formato da tre incontri online che si terranno dalle 18,30 alle 20,30 con il seguente programma: 16 febbraio 2021: ▪ Presentazione programma formativo ▪ Patto formativo ▪ Breve storia e presentazione dei servizi offerti dalla Fondazione Fratelli di San Francesco ▪ Motivazioni al volontariato ▪ Carta dei valori del volontariato 23 febbraio 2021: ▪ Il covid e l’emersione di nuove difficoltà psicologiche, sociali ed economiche ▪ Le nuove povertà e le condizioni di marginalità ▪ La relazione d’ aiuto e l’applicazione dell’empatia nel dare sostegno ▪ Meccanismi del coinvolgimento emotivo e la giusta distanza emotiva ▪ Comunicare in modo costruttivo mediando tra autorità, autorevolezza ed assertività 2 marzo 2021: ▪ Creare un modo di agire comune ▪ Condividere un linguaggio comune ▪ Collaborare tra volontari ed in associazione ▪ Rielaborazione del percorso di formazione e apprendimenti acquisiti ▪ Rilevazione di ulteriori bisogni formativi ed approfondimenti Gli incontri saranno online sulla piattaforma di formazione di Università del volontariato del CSV che permetterà di seguire l’incontro, di attivarsi per le esercitazioni e di confrontarsi per dubbi e domande con il docente. Negli incontri verranno proposti video e test sulla motivazione. Verranno inviate a tutti i partecipanti le slide dei materiali didattici relativi ad ogni incontro e pdf di materiali bibliografici con cui approfondire i contenuti trattati. Il corso è tenuto da Glenda Pagnoncelli laureata in Scienze della formazione e formatore senior con tecniche attive e teatrali. Da oltre vent’anni si occupa di formazione e nello specifico per CSV organizza e gestisce in aula corsi sulla motivazione dei volontari, comunicazione collaborativa, gestione delle relazioni e dei gruppi Per iscrizioni e informazioni inviare una mail a: associazione@fratellisanfrancesco.it

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Notizie

Le nostre Unità mobili di nuovo per le strade della città

Il nuovo anno ci ha portato anche la ripresa delle uscite quotidiane delle Unità mobili della Fondazione Fratelli San Francesco. Per chi non ne conoscesse l’attività, le Unità mobili – altre associazioni le chiamano “Unità di strada” – sono piccoli gruppi di volontari che la sera, a bordo di un furgone, percorrono i quartieri della città per offrire un poco di assistenza alle persone che vivono per la strada, i cosiddetti “Senza fissa dimora”. Le Unità delle varie associazioni di volontariato sono coordinate da un centro che fa capo al Comune di Milano, coordinamento che assicura che tutte le zone siano adeguatamente coperte. Le unità della nostra associazione escono sette giorni su sette, per 12 mesi all’anno (salvo una breve interruzione in agosto), offrendo sacchetti con cibo, tè caldo in inverno, kit di biancheria e prodotti per la cura e la pulizia. Distribuiscono anche indumenti, giacche, sacchi a pelo e coperte. Ma, soprattutto, i volontari delle Unità mobili provano a instaurare una qualche forma di relazione con le persone che incontrano nelle strade e che vivono in condizioni così difficili e disagiate. La pandemia di Covid-19 aveva fermato le nostre Unità mobili per una serie di cause, intuibili, legate ai rischi di contagio. Ora la nostra organizzazione ha messo a punto le misure di sicurezza e le protezioni necessarie e le uscite sono dunque riprese. Sono riprese in una città che in queste notti gelide di inizio anno – ancora segnate dal Covid-19 e dalle restrizioni alla circolazione delle persone – appare spesso spettrale e sembra accentuare e sottolineare la solitudine e la povertà di chi vive smarrito e alla giornata. Di chi è alla ricerca quotidiana dei mezzi per sopravvivere, ma che, se si prova ad ascoltare, è anche pronto raccontare se stesso e la propria esperienza di vita – oltre gli stereotipi –, e a instaurare un dialogo all’insegna del riconoscimento reciproco.

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Letture

Contro il furore dell’identità che esclude

Dovremmo interrogarci a fondo sull’uso di un concetto abusato e applicato spesso, quasi sempre per escludere, separare, allontanare: è il concetto di identità. In particolare di identità collettiva: il “noi” che ci separa da “loro”, chiunque essi siano. Al tema e alle sue implicazioni ha dedicato un libro importante e necessario, Maurizio Bettini: “Hai sbagliato foresta. Il furore dell’identità”, (Il Mulino, 2020).In una delle prime pagine troviamo la citazione di una quartina di Giorgio Caproni, intitolata “Cabaleta dello stregone benevolo”: Non chieder più.Nulla per te qui resta.Non sei della tribù.Hai sbagliato foresta. Osserva Bettini: sembriamo “ormai solo preoccupati di stabilire chi appartiene alla tribù e chi no, sempre ansiosi di dire a qualcun altro ‘che ha sbagliato foresta’, con il logico corollario che deve smetterla di accampare pretese su un territorio – il ‘nostro’ – che non gli appartiene”. In questo passaggio riconosciamo quel modo di ragionare che ha diffuso nel nostro Paese, ma non solo, l’ossessione di definire chi può stare dentro – nel nome di una purezza inventata e sacralizzata – e chi deve essere fermato ai confini, oppure cacciato, allontanato perché “impuro”, “sporco”, o messo ai margini perché produce disordine, e deve essere “rimesso a posto”, cacciato o, nel migliore dei casi “evitato”. Il libro di Bettini in sole 168 pagine mette a fuoco questo discorso sull’identità, ripetuto e usato a dismisura e strumentalizzato da coloro che Bettini definisce “armigeri del sovranismo”. Si tratta di uno strumento prezioso per capire ma anche per intavolare un discorso alternativo, capace di mettere a nudo e decostruire le ragioni di chi attribuisce all’identità quella sacralità che dovrebbe giustificare ogni genere di discriminazione, ostilità, esclusione. Un libro, dunque, importante per chi opera nelle associazioni di volontariato perché ci aiuta a trovare gli argomenti giusti per dar forma a un discorso alternativo, capace di spiegare le nostre ragioni di ascolto, accoglienza e inclusione. Luigi Gavazzi

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